GRAVI LE CONSEGUENZE DEL COVID, MA SI RIPARTE CON IMPEGNO

NOTIZIE DA NATANDOL e SANTA TERESA (ADOZIONI SINGOLE E DI GRUPPO IN ASIA)

Quezon City (Filippine)

Carissimi Amici dell’OPAM,

un cordiale saluto dalle Filippine! Prima di tutto mi voglio scusare per il lungo silenzio e il ritardo con cui vi giungono queste notizie. Gli impegni e le emergenze da fronteggiare sono tanti e continuiamo a vivere tempi difficili qui a Mindoro. Proprio recentemente due tifoni e le piogge monsoniche hanno devastato le coltivazioni, allagato i campi, distrutto le piantagioni e con loro la speranza di un guadagno tanto necessario dopo la pandemia.

Quest’anno ho dedicato anche molto tempo all’organizzazione di un viaggio in Italia per l’Assemblea Generale della mia congregazione che si è svolta nel mese di Giugno a Venezia. E’ stato faticoso ma ne è valsa la pena perché oltre alle consorelle filippine e indonesiane sono riuscite a partecipare anche due suore del Myanmar, Paese martoriato da anni di dittatura e da Febbraio 2021 nuovamente sotto il potere un regime militare feroce.

L’anno scolastico 2022-2023 è terminato ma la consegna delle pagelle è stata ritardata e alcuni alunni ancora non li hanno potuto ritirare. E’ stato un anno particolare ed impegnativo per tutti, per i ragazzi e per gli insegnanti. La didattica a distanza per due anni, in molti luoghi per ben tre anni, non è semplicemente un capitolo che si chiude per cominciarne un altro. Le Filippine rimangono in cima alla lista dei Paesi che hanno tenuto gli studenti fuori dalle classi il più a lungo durante la pandemia.

In quest’ultimo anno scolastico gradualmente è ripresa la didattica in presenza anche se non in tutti gli istituti. Questa lunga assenza dalle aule scolastiche e i tanti ostacoli e le carenze riscontrati nello studio a distanza portano a guardare con apprensione alla situazione scolastica nel nostro Paese e a condividere la preoccupazione dell’Unicef che definisce “una generazione perduta” quei milioni di bambini e ragazzi che non hanno potuto studiare regolarmente. 

Mentre altri paesi hanno ripreso le lezioni in presenza, le Filippine sono rimaste indietro. L’inizio dell’anno scolastico appena concluso ha visto soltanto 5.000 studenti, in poco più di 100 scuole, autorizzati a tornare in classe per un programma di prova di due mesi. Cinquemila: un piccolissimo gruppo dei 28 milioni di studenti che sono andati a scuola da luglio ad ottobre. Gradualmente sono tornati tutti in aula, tuttavia la semplice riapertura delle scuole non è certo stata la soluzione del problema ma almeno ha aiutato a comprendere quanto è andato perduto in questi tre anni.

In questi ultimi mesi, con l’aiuto di alcuni giovani che hanno terminato i loro studi di assistente sociale, abbiamo fatto un sondaggio fra i nostri alunni ed insegnanti per capire meglio la situazione e le necessità attuali.

E’ emerso che gli studenti, di tutti i livelli, hanno bisogno di un supporto intensivo per recuperare l’istruzione persa. I bambini delle prime classi elementari sono stati i più penalizzati, hanno perso o non hanno ancora acquisito le competenze di base pur essendo stati promossi ogni anno, come da indicazioni del Ministero dell’Istruzione. Di conseguenza, bambini di 10-11 anni sono incapaci di fare i calcoli, di leggere e capire un testo semplice.

E’ aumentato anche l’abbandono scolastico: la fatica di dover affrontare di nuovo lo studio regolare spinge pre-adolescenti e adolescenti, impoveriti dai tanti vuoti lasciati da quasi tre anni di didattica a distanza, a lasciare la scuola. E purtroppo in questo sono tacitamente sostenuti dalle famiglie che vivono la faticosa ripresa post-pandemia. C’è poi un grande bisogno di rafforzare la salute mentale e fisica dei bambini, notiamo che è aumentata la malnutrizione.

Gli studenti invece ci hanno detto di provare un senso di fatica e sfiducia nel riuscire a recuperare le varie nozioni e soprattutto i ragazzi delle superiori sono consapevoli che lo studio online ha avuto effetti negativi sul loro apprendimento. Sentono grande incertezza per il loro futuro proprio in un momento in cui il Paese ha bisogno di una forza di lavoro giovane e ben instruita per la ripresa economica.

E’ stato quindi un anno scolastico caratterizzato dalla gioia di ritornare a scuola e riprendere le relazioni sociali ma anche da fatica, frustrazione e la manifestazione di nuove e vecchie povertà che la pandemia ha rafforzato. Tuttavia, troviamo anche grande voglia di continuare ad impegnarsi nel trovare soluzioni fattibili e utili per tutti.

Infatti c’è grande richiesta e partecipazione per i nostri corsi di recupero. Alcuni sono già in funzione, altri inizieranno presto grazie all’aiuto di molti volontari e alle indicazioni degli insegnanti del luogo. Due giovani assistenti sociali stanno visitando le famiglie più fragili e vulnerabili, dove è carente l’interesse per lo studio dei figli e c’è il timore che i bambini possano non rientrare in classe.

Stiamo anche programmando l’espansione del servizio mensa ad un numero maggiore di bambini in villaggi con alto tasso di malnutrizione e siamo fiduciose di poterlo realizzare con l’inizio del nuovo anno scolastico.

E’ una grande gioia potervi comunicare che 43 giovani hanno terminato la scuola superiore, 128 la scuola secondaria e 52 la scuola primaria. La nostra scuola secondaria termina con il dodicesimo grado che dovrebbe preparare all’avviamento di una professione specifica, attualmente il Governo si è proposto di rivedere questo diploma affinché sia realmente un’abilitazione al lavoro.

Ho cercato di rendervi partecipe delle problematiche che abbiamo affrontato ma anche dei traguardi raggiunti. E tutto questo è stato possibile grazie a voi, alla vostra solidarietà e affetto che portano speranza nella vita di tanti bambini e delle loro famiglie.

Un sentito ringraziamento a tutti, accompagnato dalla preghiera di ragazzi, famiglie, suore e collaboratori.  

Suor Rosanna Favero