GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’ALFABETIZZAZIONE 2022

Il primo spazio da trasformare è quello del cuore.

Dal 1967, ogni 8 settembre in tutto il mondo si svolgono le celebrazioni della Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione (ILD) per ricordare a tutti l’importanza dell’alfabetizzazione come questione di dignità e diritti umani e per far avanzare l’agenda dell’alfabetizzazione verso una società più alfabetizzata e sostenibile.
A pochi giorni dal suono della campanella nella maggior parte delle scuole italiane, l’UNESCO ci ricorda come in troppi Paesi, di fatto, l’istruzione e l’educazione siano ancora oggi un diritto negato. Nonostante i progressi compiuti, le difficoltà di alfabetizzazione persistono con almeno 771 milioni di giovani e adulti che oggi mancano delle competenze di alfabetizzazione di base (fonte UNESCO).

Un contesto difficile

Ad aggravare la situazione, non ultima, è stata la pandemia a causa della quale quasi 24 milioni di studenti potrebbero non tornare mai più all’istruzione formale (fonte UNESCO). Senza dimenticare, come giustamente ricorda la stessa fonte, le crisi umanitarie in Afghanistan, Yemen e Ucraina, l’aumento delle temperature estreme, la massiccia perdita di biodiversità, l’automazione e il recente sviluppo tecnologico con il conseguente allargamento del divario digitale, la mobilitazione politica violenta, l’impatto dei conflitti, le migrazioni forzate, il ripiegamento democratico e il contraccolpo sui diritti delle donne, che quotidianamente ostacolano gli sforzi per l’alfabetizzazione globale.

Cosa fare per non lasciare indietro nessuno

Da qui la necessità di “arricchire e trasformare gli spazi di apprendimento esistenti attraverso un approccio integrato e consentire l’alfabetizzazione nella prospettiva dell’apprendimento permanente” affinché “nessuno venga lasciato indietro”. A dirlo è sempre l’UNESCO, che per questo motivo ha deciso di celebrare la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione di quest’anno dedicandola al tema Trasformare gli spazi di alfabetizzazione.
Proviamo a capire insieme cosa significhi concretamente; innanzitutto chiarendo cosa si intende per “spazi di alfabetizzazione”.

Ebbene, essi includono l’ambiente fisico, i materiali, le biblioteche e le attività necessarie per facilitare la creazione dello spazio; mentre l’ambiente socio-culturale, l’ambiente politico, le partnership, e la valutazione delle attività di alfabetizzazione sono fondamentali per il mantenimento di questi spazi.
Come si sottolinea nel documento UNESCO, se consideriamo “una definizione ampliata di alfabetizzazione, è evidente che l’alfabetizzazione sta avvenendo al di là dei tradizionali spazi scuola-aula, in spazi come posto di lavoro, comunità, famiglia, biblioteca, digitale (internet), per citare alcuni spazi di apprendimento informale e non formale”. Per questo la trasformazione dovrebbe consentire anche che “i risultati dell’apprendimento da contesti informali e non formali siano riconosciuti e convalidati attraverso processi flessibili di monitoraggio e valutazione basati sui dati”.

OPAM: Ascoltare per valorizzare le risorse di ciascuno

Quello che servirebbe, insomma, è più di una rivoluzione. E questo davvero ci preoccupa, perché significa che la distanza dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, in particolare dall’obiettivo 4.6 – che prevede di garantire che tutti i giovani e gli adulti raggiungano l’alfabetizzazione e la capacità di calcolo entro il 2030 –, invece di ridursi cresce pericolosamente.

Come già denunciato da Papa Francesco all’ONU nel 2015, e sempre di più, infatti vediamo crescere “il fenomeno dell’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato”. Un quadro complesso che richiede non solo di “trasformare gli spazi dell’alfabetizzazione” quanto politiche sociali capaci di coniugare la risoluzione delle problematiche locali e globali.

Inoltre, consapevoli che per garantire un’istruzione di qualità, equa e inclusiva per tutti è necessario amplificare la capacità di ascolto delle singole realtà – in quanto la complessità e la diversità dei contesti necessitano risposte personalizzate – per portare avanti la sfida dell’alfabetizzazione riteniamo davvero fondamentale favorire la valorizzazione delle risorse interne a ciascuna realtà in un’ottica di fraternità e reciprocità, come in OPAM sperimentiamo da 50 anni, sicuri che il primo spazio di apprendimento da trasformare sia quello del cuore.