BUON COMPLEANNO OPAM! QUEST’ANNO 52 CANDELINE

Il 24 maggio 1972 nasceva l’OPAM! E noi vogliamo festeggiare questi 52 anni ricordando le ragioni che hanno portato il nostro fondatore a compiere questo passo, e le ragioni per cui la missione dell’OPAM rimane di grande attualità ed è importante e necessario andare avanti. 

Era il 10 marzo del 1979 e don Carlo risponde alla domanda di un alunno della quinta elementare di Bagnolo Piemonte, Walter Peiretti, che gli chiede che cos’è che lo ha spinto a creare l’OPAM.

Sai, Walter, io sono già abbastanza inoltrato negli anni e le esperienze che mi hanno portato a creare l’OPAM sono parecchie. Quando ero piccolo come te e facevo le elementari, un giorno parlando con la mamma di un compagno, dissi: quello lì se non studia diventerà un asino! Già in questa ingenua affermazione c’era il seme dell’OPAM. 

Più tardi, nel 1942, fui chiamato alla guerra come cappellano militare. Tra le altre cose che non mi piacevano ve n’era una che mi faceva soffrire tantissimo. Sai cosa? il vedere i soldati analfabeti sempre derisi, ingannati, giocati e sfruttati. Cominciavo a sperimentare il tremendo male dell’analfabetismo.

Poi, finita la guerra, fui designato cappellano del lavoro in tre fabbriche di Roma. Anche in quel tessuto sociale vedevo gli operai analfabeti umiliati ed emarginati. 

Ma il vero analfabetismo, quello integrale, dalle disastrose conseguenze, l’ho visto in Sud America, lungo le coste del Rio Orinoco, dall’ottobre 1948 all’agosto 1963. Furono quindici anni bruttissimi e bellissimi, durante i quali constatai che la vera causa di tanta fame, ingiustizie, superstizioni, malattie e morti, in una parola di tanta miseria, era l’ignoranza. Fu proprio allora che compresi che più che di un pezzo di pane o di una medicina o di un vestito quei poveri fratelli avevano bisogno di conoscere. Di sapere, di crescere dentro, di diventare capaci a fare da sé, senza più essere obbligati a chiedere l’elemosina per sopravvivere. 

In uno di quei giorni promisi a Dio e a me stesso che se fossi tornato in Italia avrei divulgato queste cose. Bisogna che il mondo le conosca e agisca di conseguenza. Queste, caro Walter, le origini e le motivazioni di questa O.P.A.M. che anche tu e i tuoi compagni amate.

Perché ancora oggi, dopo 52 anni, il ruolo dell’OPAM resta importante e necessario?

Innanzitutto perché in troppi Paesi del mondo le guerre continuano a distruggere le scuole. Perché a troppe bambine ancora oggi viene negata l’istruzione. Perché la povertà estrema di tante famiglie – soprattutto in Africa e in Asia – costringe tanti bambini a rinunciare alla scuola.

Inoltre, perché nella società complessa dove viviamo sempre di più affrontiamo le conseguenze di una forma severa di “emergenza educativa”; e tra le cause di questo fenomeno vi è certamente una generazione adulta svuotata dal consumismo, affaticata da un ritmo di vita in cui c’è poco posto per la persona, superficiale nel suo rapporto con gli altri e con l’ambiente, mentre il mondo è sempre più interconnesso.

Per questo motivo diciamo che costruire scuole e sostenere l’educazione scolastica delle donne in Congo o in India non è solo a vantaggio di chi riceve l’aiuto, ma è un battito di ali di farfalla che può contribuire a suscitare una evoluzione verso forme di sviluppo più umano anche nella nostra parte di mondo. Un mondo sempre più interconnesso dove è urgente occuparsi di mondialità, quale prospettiva indispensabile per uno sviluppo umano integrale, laddove mondialità è l’atteggiamento e l’insieme delle conoscenze che ci fa considerare il pianeta e gli esseri umani che lo popolano come una cosa sola. Perché è solo questa sensibilità che può consentirci di “vedere” gli effetti della globalizzazione in maniera realistica ed agire per il meglio.

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