UNO SGUARDO SUL MONDO TRADOTTO IN VERSI

Dal Nord al Sud, i temi ricorrenti: natura, ambiente e pace

Bambini dai 6 ai 12 anni e ragazzi dai 13 ai 18 anni e qualche ventenne sono i partecipanti al Primo Concorso internazionale di poesia OPAM per studenti del Nord e del Sud del mondo. Uno spaccato di umanità che ci ha restituito l’immagine di una generazione a livello globale, per certi versi sensibile, coraggiosa e responsabile, per altri fragile introversa e alla ricerca di speranza.

In attesa di uno studio più approfondito dei componimenti, che sarà oggetto di una pubblicazione, a livello generale possiamo affermare che gli studenti del Nord hanno traslato l’immagine del mondo all’interno di sé stessi; mentre gli studenti del Sud hanno dialogato con il mondo considerandolo nella sua individualità. La natura, l’ambiente e la pace sono i temi ricorrenti in tutti i lavori.


Inoltre, alcune poesie dimostrano una specifica competenza e padronanza del linguaggio poetico, pur coerentemente ai livelli scolastici, mentre in tanti casi più che di poesie si tratta di libere trattazioni. Un dato che ci porta a riflettere sulla necessità di valorizzare di più nei percorsi scolastici la poesia, in quanto il linguaggio poetico è strumento per eccellenza di libertà e insieme di profondità espressiva. La poesia è lingua universale e dei sogni. E poiché tutti hanno il diritto di imparare a sognare, riteniamo importante che la poesia torni ad avere un ruolo di maggiore rilievo nelle scuole.

Globalizzazione, governarla è possibile

Da questa prima edizione del Concorso traiamo, infine, una conferma importante: la ricchezza che genera l’ascolto dell’altro. Come ci indica Papa Francesco, la “globalizzazione dell’indifferenza” si supera passando per una profonda conversione del cuore dell’uomo. Da qui la necessità di lavorare per comprendere la globalizzazione, interrogandola, per cercare di comprenderla, soprattutto se vogliamo imparare a governarla in qualche modo.

Per studiarla e riscriverla, e non semplicemente subirla, dunque, la riflessione sulla globalizzazione non può che essere di natura antropologica, con l’attenzione tuttavia a liberare la dimensione culturale dal problema del territorio perché la cultura va oltre il riferimento alla terra. Per questo riteniamo che l’esperienza di questo Concorso ci abbia regalato un grande bagaglio, di cui sentiamo la responsabilità di farci custodi e portatori”.

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