COSA PUÒ IL BATTER D’ALI DI UNA FARFALLA

In un mondo sempre più interconnesso è urgente occuparsi di mondialità, quale prospettiva indispensabile per uno sviluppo umano integrale.

“Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”. Forse avrete già sentito questa frase, provocatoria e paradossale e soprattutto falsa, se presa alla lettera. È solo un modo pittoresco di dire che alle volte piccoli eventi causano grandi conseguenze. Certo, passare con l’automobile dieci secondi prima o dopo per un certo incrocio può fare la differenza fra essere sfiorati da un camion coi freni rotti o esserne colpiti in pieno, ma non è a queste evenienze casuali che voglio riferirmi qui. Vi racconto invece una storia.

Una qualsiasi coppia di Mario e Maria si sono sposati otto anni fa, caricandosi un mutuo per l’acquisto della casa. All’epoca contrarre un mutuo a tasso variabile era molto conveniente e, sorvegliando con parsimonia le spese, la rata mensile da 800 si riusciva a pagare. Chi di voi avrebbe immaginato otto anni fa una pandemia e una guerra in Europa? Sta di fatto che Mario e Maria, che ora hanno due figli, stentano a pagare le rate che ora sono da 1.200 euro. Avvenimenti lontani da loro – Cina, Russia e Ucraina – e fuori dal loro controllo stanno condizionando le loro vite.

Le ricadute della globalizzazione

Il mondo è sempre più interconnesso, perché l’informazione viaggia veloce e senza controllo, le grandi aziende multinazionali riescono a sfuggire ai controlli degli stati nazionali e obbediscono solo ad una anonima logica di profitto. Inoltre le rotte commerciali sono globali: alimenti, materie prime e componenti di molti prodotti, specie tecnologici, vengono da paesi diversi e sono assemblati in paesi diversi. Ad esempio, dobbiamo oggi temere per l’indipendenza di Taiwan, un’isola lontana, nel mar della Cina, ma che è tra i primi produttori mondiali di microprocessori, che fanno funzionare i nostri telefoni e computer, le nostre automobili, i nostri elettrodomestici, per non parlare del controllo delle reti e delle fonti energetiche.

Questa è la globalizzazione economica, che considera il mondo un unico grande mercato, in cui però ci sono grandi disparità, come ha denunciato Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì: fra chi può e non può comperare, fra chi spoglia e chi è spogliato, tra chi consuma in maniera irresponsabile risorse non rinnovabili e chi patisce le conseguenze di questa espoliazione. Alla globalizzazione economica si accompagna la globalizzazione culturale, che viaggia con la velocità dell’Internet e degli altri mezzi di diffusione delle idee e delle loro elaborazioni culturali, artistiche, filosofiche e religiose.

La mondialità è l’atteggiamento e l’insieme delle conoscenze che ci fa considerare il pianeta e gli esseri umani che lo popolano come una cosa sola ed è solo questa sensibilità che può consentirci di “vedere” gli effetti della globalizzazione in maniera realistica ed agire per il meglio.

Un fenomeno da governare, non da rifiutare

Non si può essere “contro” la globalizzazione, più di quanto non si possa essere contro i terremoti o la forza di gravità: è una dinamica inevitabile del mondo per come lo abbiamo fatto, nei secoli fino ad oggi.

L’OPAM deve occuparsi di mondialità, perché essa è la prospettiva indispensabile per sviluppare quello spirito di reciprocità che costituisce la spinta principale del nostro agire: considerare le persone a cui inviamo sostegno economico non come destinatari di un aiuto caritatevole, ma come partner nell’impresa di rendere il mondo migliore, per tutti.

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Dobbiamo convincerci che costruire scuole e sostenere l’educazione scolastica delle donne in Congo o in India non è solo a vantaggio di chi riceve l’aiuto, ma è un battito di ali di farfalla che può contribuire a suscitare una evoluzione verso forme di sviluppo più umano. Lo sviluppo dello spirito di mondialità è a pieno titolo nella missione dell’OPAM, attraverso i gemellaggi tra scuole del Nord e del Sud del mondo, attraverso le pagine di questa rivista e gli incontri di sensibilizzazione e formazione nelle scuole italiane che equipe dell’OPAM stanno continuando a tenere, su richiesta delle scuole stesse, come è già avvenuto ultimamente per un liceo romano e un istituto tecnico a Palermo. Siamo disponibili a continuare questa missione educativa ovunque ci sia interesse ad affrontare queste tematiche (scuole, parrocchie, associazioni). Vi chiediamo solo di contattarci con un buon anticipo per permetterci di organizzare l’incontro! Battiti di ali di farfalla, torneremo a parlarne.

Fabrizio Consorti