Prog. 2316 – Una mensa per i piccoli di Chikuti

Prog. 2316 – Una mensa per i piccoli di Chikuti

Chikuti (Tanzania); Tipologia: edilizia scolastica; Beneficiari: 35 bambini
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CONTESTO

Mary Mother of God” di Chikuti è una delle parrocchie più povere delle 31 in cui è suddivisa la Diocesi di Mahenge, in Tanzania. Il suo territorio ha una popolazione di 7 mila abitanti, in massima parte Sukuma (i Bantù della Tanzania), che vivono di agricoltura di sussistenza. Ma vi sono anche diversi gruppi etnici di pastori nomadi, come i Masai e i Datonga (Mang’ati in swahili). A causa delle differenze linguistiche, religiose e sociali, la convivenza fra stanziali e nomadi non è sempre facile e l’educazione svolge un ruolo fondamentale per l’integrazione e la costruzione di una cultura della pace.

In una piccola scuola materna di una parrocchia poverissima, con un’aula e 35 bambini, mancano ancora un refettorio e una cucina per un servizio mensa che assicuri la colazione e un pasto completo al giorno a tutti i piccoli ospiti, molti dei quali sono nomadi di etnie diverse, che normalmente arrivano a scuola a stomaco vuoto. La disponibilità della mensa favorirebbe la crescita del numero di bambini e la precoce convivenza nella stessa scuola di bambini stanziali e nomadi avrebbe effetti positivi e benefici per tutta la comunità.

PROGETTO

Per questo la parrocchia di Chikuti ha recentemente costruito la piccola scuola materna “Santa Clara” per accogliere i bambini del villaggio, sia stanziali che nomadi, senza alcun tipo di discriminazione di etnia o religione.

Attualmente la scuola è frequentata da 35 bambini, ha un’aula, un piccolo ufficio e le toilettes. Tuttavia, per mancanza di fondi non ha ancora né un refettorio né una cucina per garantire un servizio mensa che assicuri la colazione e un pasto completo al giorno a tutti i piccoli ospiti che normalmente arrivano a scuola a stomaco vuoto.

Nella sua richiesta all’OPAM, il responsabile del progetto, Padre Paul Muchuno Nanagy, frate minore cappuccino e parroco di Chikuti, sottolinea il fatto che la disponibilità della mensa favorirebbe la crescita del numero di bambini, soprattutto delle famiglie nomadi, innescando un processo virtuoso di conoscenza e condivisione positivo per tutta la popolazione locale.

Inoltre, come ci scrive Padre Paul: Il precoce inserimento scolastico di bambini stanziali e nomadi nella stessa scuola avrà sicuramente effetti positivi e contribuirà ad un graduale miglioramento dei rapporti tra le diverse etnie. I piccoli nomadi, che spesso conoscono solo la lingua della loro tribù, potranno inoltre apprendere lo swahili e le famiglie impareranno a conoscersi e a stimarsi reciprocamente.

La popolazione, però, è troppo povera per poter sostenere da sola il costo di € 7.700 previsto per la realizzazione di un ambiente con refettorio e cucina di circa 50 mq.  La comunità locale parteciperà al progetto producendo i mattoni e sostenendo le spese di trasporto dei materiali da Mahenge per un importo equivalente a € 1.000.

La sostenibilità del progetto sarà garantita sia dai contributi messi a disposizione dalla parrocchia e dalla Diocesi che dalle modeste rette scolastiche a carico delle famiglie.