“Bombardare campi profughi è un atto di crudeltà inaccettabile che viola tutti i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario“
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ROMA, 13 settembre 2024. Con sgomento e preoccupazione torniamo a parlare del Myanmar per denunciare quanto appreso dai nostri referenti locali: ovvero, la notizia di un attacco aereo che la notte del 5 settembre scorso ha ucciso nove persone, tra cui sette bambini, distrutto le misere abitazioni degli sfollati e seminato il panico all’interno del campo profughi nei pressi del villaggio di La-e, municipalità di Pekon, distretto di Taunggyi nello Stato Shan del Myanmar. Dalla stessa fonte, abbiamo appreso anche la notizia che nelle stesse ore e nel giorno successivo, altri quattro campi profughi sono stati bombardati dagli aerei della Giunta Militare, provocando ulteriori vittime, decine di feriti gravissimi e devastazione.
“Bombardare campi profughi è un atto di crudeltà inaccettabile che viola tutti e quattro i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario – distinzione, proporzionalità e necessità militare, precauzione, limitazione delle perdite inutili e delle sofferenze superflue – sul quale non è accettabile il silenzio della comunità internazionale” commenta Fabrizio Consorti, Presidente OPAM.
Come denunciato dai referenti locali dell’OPAM, “l’attacco a Pekon è avvenuto verso le due del mattino: il rumore delle esplosioni, delle grida e la luce degli incendi sono giunti fino ai primi campi di Loikaw, ai confini con Pekon. La gente continua a domandarsi il perché di tanta malvagità: perché bombardare i campi profughi? Perché colpire nella notte? Il mattino dopo l’attacco, gli sfollati e i volontari hanno cominciato a ripulire l’area. Nelle capanne c’è solo l’essenziale per sopravvivere, a volte nemmeno quello. Perché distruggerlo? Un volontario ha notato dei ragazzini intenti a recuperare quaderni, libri e altro materiale scolastico. Un gesto che rivela quanto sia importante offrire ai giovani la possibilità di studiare, anche in una realtà tanto miserabile”.
Già a febbraio 2024 l’OPAM aveva denunciato ai media italiani un altro attacco aereo deliberato, in quel caso ai danni di una scuola. Ed anche in quella circostanza le vittime erano state soprattutto bambini.
Da oltre un decennio l’OPAM segue con apprensione tutte le vicende del Myanmar, essendo al fianco di queste comunità attraverso le adozioni scolastiche a distanza, il sostegno agli insegnanti e la promozione di progetti per favorire l’alfabetizzazione, anche nei campi profughi.
“Per non lasciare sola la comunità nella sofferenza, nella paura e nelle ostilità, da circa un anno abbiamo aperto una raccolta fondi speciale destinata a sostenere l’alfabetizzazione proprio nei campi profughi del Myanmar. Un modo concreto per continuare a portare speranza e a costruire futuro, anche sotto le bombe”, conclude Consorti.